indice degli articoli:
"Carissimi": il messaggio del parroco
La festa in Parrocchia
Consiglio Pastorale
I lavori a che punto sono
Via Crucis dei Giovani
Iniziazione cristiana dei fanciulli
La Musica come percorso educativo
Cena di Pasqua ebraica
Jerome Lejeune
Un' iniziativa diversa
Il Rogo della Vecchia 2012
L'uomo di oggi adagiato sulla barella
Christos Anesti
GSO... il punto
Quel mattino il primo dopo il sabato, le donne che si recano al
sepolcro hanno ancora negli occhi la croce di Gesù: tutto parla di morte.
Vanno alla tomba; hanno preparato aromi per la sepoltura.
Anche i possibili segni di vita non vengono capiti: la pietra rotolata via e
lassenza del cadavere, provocano incertezza e sconcerto, le vesti sfolgoranti
sono fonte di paura e di timore.
Ma ecco le parole degli Angeli: Perché cercate tra i morti colui
che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò
quando era ancora in Gali-lea (Lc 24,5-7).
E allora la prospettiva cambia.
Se si interpretano le cose alla luce della Parola di Dio, là dove pare
dominare la morte, in realtà emerge la vita: perché una esistenza
vissuta non tenendola per sé, ma spendendola per gli altri, come quella
di Gesù, non è sconfitta, ma vittoria, non è morte, bensì
risurrezione, non si conclude con la crocifissione, ma sbocca sulla Pasqua.
Se si guardano le cose secondo le apparenze, la cattiveria degli uomini sembra
avere partita vinta; se si interpreta lattualità alla luce della
Parola di Dio, là dove pare primeggiare il peccato, in realtà
prevale lamore, la dedizione del Signore.
Ecco il senso della Pasqua: levento che vuole riabilitare luomo
a prendere coscienza della propria speranza, perché la morte e risurrezione
di Cristo possano restituire a ciascuno di noi un progetto di luce, di verità,
di pace e di amore.
Ecco la novità della Pasqua: essa vuole infondere coraggio e liberare
luomo da ogni paura, perché nessuno si nasconda dietro false illusioni,
si lasci sconfiggere da fallimenti e delusioni.
Ecco il significato del sepolcro vuoto: si tratta di imparare a diventare suoi
discepoli: vedere e credere, cercare le cose di lassù, andare ad
annunciare la buona notizia.
LAlleluia pasquale che risuona oggi in ogni nostra comunità porti
a tutti la gioia del Signore Risorto!
Don GianMario
torna all'indice Con Decreto emanato il 26 gennaio 2012, il Vescovo di Brescia, Luciano Monari,
ha approvato il Vademecum "LA FESTA IN PARROCCHIA - Indicazioni e disposizioni
pastorali per l'organizzazione e l'ospitalità di feste, eventi e manifestazioni
in ambienti parrocchiali (oratori, sale della comunità, luoghi di culto)".
Molte associazioni, che da anni trovano nelle parrocchie accoglienza alle loro
iniziative, hanno appreso dell'emanazione del Vademecum dagli organi di stampa
e hanno manifestato alcune preoccupazioni. In realtà, le disposizioni
vescovili non vogliono chiudere spazi, ma piuttosto aiutare le comunità
cristiane a valorizzare ambienti ed eventi per essere "presenza viva"
e non semplici gestori di fredde strutture.
RIFLESSIONE INIZIALE
La Chiesa Bresciana è chiamata a conti-nuare la sua apertura generosa
e accogliente verso espressioni positive dellesperienza umana, come le
feste. Il documento, però, induce a riflettere su ciò che sta
alla base: gli ambienti parrocchiali sono uno strumento prezioso, da utilizzare
saggiamente.
Hanno una loro identità, riconosciuta da tutti e che deve sempre essere
riconoscibile. Appartengono alla Chiesa e sono messi a disposizione della Comunità
locale con il compito specifico di "parlare di Cristo".
Il Vademecum si presenta nella veste di un manuale di agile consultazione per
gli operatori (in primo luogo i parroci, ma in definitiva tutta la comunità
cristiana), ma è molto interessante rilevare dalla casistica riportata
quali devono essere i criteri da tener presenti.
1. FINALITA PASTORALE.
Nella valutazione circa lopportunità di ospitare momenti di festa
in parrocchia, posizione prevalente deve avere la finalità pastorale,
primo motore di momenti di festa organizzati dalla parrocchia (o dai gruppi
parrocchiali), non può mai essere superficialmente sacrificata in presenza
di richiesta di ospitalità.
2. VALORI PROPOSTI.
Ogni manifestazione esprime valori tipicamente umani che
possono trovare spazio negli ambienti parrocchiali e nel caso delle feste
sono laggregazione, la condivisione, la fraternità, laccoglienza,
il semplice stare insieme.
3. MODALITA DI SVOLGIMENTO.
Il Vescovo invita a curare che le feste in
parrocchia siano caratterizzate da uno Stile Cristiano, fatto di
sobrietà, rispetto per lambiente, rispetto per gli orari, pieno
rispetto della legalità (in materia di igiene, sicurezza, fisco, diritti
dautore).
4. MESSAGGIO.
Bisogna fare attenzione ai messaggi, più o meno espliciti,
sottesi ad ogni momento di aggregazione. Ovviamente non possono trovare ospitalità
in parrocchia quelli contrari alla tradizione cristiana (NO a feste di Halloween)
o che già nella denominazione esaltano luso di sostanze alcoliche
(NO a feste della Birra), incitino alla violenza, propagandino partiti politici
(NO a feste di Partito), facciano proselitismo a favore di sette o religioni
non cristiane.
FESTA ORGANIZZATA DALLA PARROCCHIA (o da gruppi parrocchiali)
La Festa organizzata dalla parrocchia deve rientrare nella programmazione pastorale.
Si possono inserire raccolte di fondi per opere parrocchiali, ma raccomanda
il vescovo - non deve venire mai meno la dimensione religiosa e pastorale.
La prima finalità della comunità cristiana deve essere la testimonianza
- attraverso la festa - della presenza dell'amore di Cristo, che è
gioia di stare insieme, allegria, desiderio di condividere. Nel fare festa deve
dedicare particolare attenzione alla sobrietà dei mezzi impiegati, tali
da non svilire il tutto in un mero atto consumistico (NO a eventi musicali particolarmente
costosi).
Anche se può sembrare scontato, è doveroso evidenziare che la
titolarità giuridica e la responsabilità di quanto accade nello
svolgimento è del parroco, ma non deve mancare il supporto e la collaborazione
di quanti possono offrire la propria disponibilità nelle varie incombenze.
Soprattutto la stesura del Programma della festa deve diventare momento di crescita
nella corresponsabilità.
OSPITARE FESTE IN AMBIENTI PARROCCHIALI
PRUDENZA E SAGGEZZA
Le indicazioni del Vademecum raccomandano un atteggiamento di prudenza nel concedere
spazi parrocchiali ad iniziative esterne, per evitare il rischio
che essi perdano la loro identità o vengano di fatto sottratti alla diretta
gestione della parrocchia.
Gli ambienti parrocchiali restano siti di formazione religiosa, ma sono anche
luogo per momenti di aggregazione. Le strutture dell'oratorio soprattutto si
collocano anche in un ruolo di servizio sociale all'interno del territorio.
Va usato, quindi, il buon senso e la saggezza che viene dallesperienza
sul campo: non sono ammissibili né una totale collaborazione, né
una chiusura aprioristica. Ovviamente, è compito di chi è guida
della Parrocchia l'attento discernimento dei singoli eventi, ma la corresponsabilità
di quanti collaborano con il parroco diventa prezioso momento di confronto e
di crescita comunitario.
ALCUNI "NO" sono necessari e opportuni e costituiscono motivo di crescita
per tutti.
Il Vademecum è un documento ufficiale che ci riguarda e ci interpella,
a cui dobbiamo fare riferimento per una crescita cristiana, individuale e comunitaria.
E' doveroso da parte di tutti i fedeli bresciani interrogarsi sui comportamenti
e sulle parole che il nostro Vescovo indica come doverosi per essere in ogni
circostanza veramente "sale della terra e luce del mondo". scarica
qui l'intero documento
E' stato un incontro di grande partecipazione, quello di lunedì
26 marzo, in cui ogni componente del Consiglio ha espresso ciò che lo
Spirito dettava, in un clima di reciproco ascolto e attenzione.
- Una breve riflessione di don GianMario sul mistero dell'Annunciazione a Maria
(Lc 1,20-38) ha aperto i "lavori": è un mistero di ombra, la
luce è tutta all'interno di Maria. E' un mistero che ci invita a tenerci
in zona d'ombra, ci invita a custodire il mistero d'amore che riguarda ciascuno
di noi: c'è molto da credere, molto da sperare, molto da amare, oggi
più che mai.
- Dopo la proposta del parroco circa gli appuntamenti della Settimana Santa,
è stato ricordato che i nostri giovani hanno preparato i commenti alla
via crucis che si svolgerà venerdì 30 marzo verso il Santuario
Madonna della Stella" di Gussago.
- E' stato offerto all'attenzione del Consiglio il Vademecum "La Festa
in Parrocchia - Indicazioni e disposizioni pastorali per l'organizzazione e
l'ospitalità di feste, eventi e manifestazioni in ambienti parrocchiali".
- La parte centrale della serata è stata impegnata nella riflessione
su tre schede sul Sinodo per le Unità Pastorali sui temi "Annuncio,
liturgia e carità nelle unità pastorali", "Orga-nismi
di comunione e Unità Pastorali", "I ministeri nelle Unità
Pastorali".
- Dopo la comunicazione che la nostra parrocchia sarà presente, con un
gruppo di venti persone, alla Messa presieduta da papa Benedetto XVI a Milano
in occasione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie il 3 giugno, si sono condivise
le proposte sulle iniziative pastorali del mese di maggio.
- Secondo tradizione consolidata, la recita del S. Rosario avverrà quotidianamente
in vari luoghi del quartiere, il mercoledì sera in chiesa. Altri momenti
"mariani" saranno proposti ai nostri giovani e ai ragazzi.
- A conclusione, sono state date comunicazioni relative al Bilancio Economico
della parrocchia, che sarà chiuso entro il 30 aprile, come previsto dalle
disposizioni diocesane. E' stato fornito un aggiornamento sui lavori agli ambienti
oratoriali, che proseguono nel rispetto dei tempi stabiliti e, per quanto riguarda
servizi e stand, termineranno a metà maggio, in tempo per il Palio delle
Contrade.
Il Segretario
Il primo intonaco ha fatto la sua timida apparizione su alcune pareti degli
ambienti dell'oratorio sottoposti a ristrutturazione da alcuni mesi.
Completato lintervento al tetto del teatro, le attività edili si
sono concentrate su quegli ambienti che si affacciano sul cortile del nostro
oratorio.
Chi si è soffermato in questi ultimi giorni a osservare i progressi edilizi
avrà certamente notato la presenza di un "punto fuoco" collocato
e già pronto per far ardere le braci. Il garage sembra già in
attesa di ospitare la "fuoriserie" del don, mentre i servizi cominciano
ad avere un aspetto ospitale e decoroso come mai prima d'ora.
Bisognerà avere ancora un po' di pazienza e presto quegli ambienti, di
cui tanto sentivamo il bisogno, saranno fruibili, per la gioia di grandi e piccini
e per la dignità complessiva del nostro oratorio, che arricchirà
il suo usuale spirito di accoglienza con un atmosfera meglio attrezzata.
Sono stati completati anche alcuni di quei lavori fondamentali, ma meno appariscenti,
come impianti, collegamenti e scarichi che permetteranno la massima funzionalità
al complesso.
L'obiettivo di avere le strutture pronte per le serate del Palio delle Contrade,
in programma all'inizio di giugno, è a portata di mano.
E' importante che la comunità accompagni lo sviluppo dei lavori con l'attenzione
dimostrata in questi mesi, ma anche con uno slancio di generosità almeno
pari all'importanza che ha la realizzazione delle opere.
Venerdì 30 marzo, i nostri giovani si sono ritrovati alle 20.30 in oratorio,
per vivere lesperienza della Via della Croce lungo il cammino
che porta al Santuario della Madonna della Stella.
Le meditazioni sulle realtà proposte dalle singole stazioni sono state
preparate con cura e i giovani sono stati accompagnati nella loro preparazione,
in modo da rendere personale e intimamente formativa ogni riflessione .
Le prossime tappe fondamentali per i nostri fanciulli del catechismo
chiedono unattenzione e una cura particolare da parte di tutta la Comunità,
coinvolta soprattutto nelle preghiera.
- Domenica 20 maggio: celebrazione delle Cresime e Prime Comunioni, presieduta
dal vescovo Luciano Monari, per i ragazzi del gruppo Emmaus.
- Domenica 27 maggio: Prime Confessioni per i bambini del gruppo Cafarnao.
di Elisabetta Rossi e Barbara Garzoni
Sembra levarsi unanime la voce di tanti genitori piena di soddisfazione
e di gioia per quanto i propri figli stanno vivendo allinterno delloratorio:
bambini e ragazzi che, appassionati alla musica, seguono laboratori di canto,
di chitarra, di tastiera, di basso elettrico, di violino, di fisarmonica e che
esprimono al massimo la propria passione.
Chi si è accostato da poco tempo, chi invece lungo un percorso che dura
ormai da anni, tutti uniti nel dire che, coltivare e favorire una passione come
quella della musica, in un contesto familiare e spirituale ricco di significato
come quello delloratorio, è cosa utile e quasi doverosa da parte
di tutta la Comunità.
Una mamma, in un piccolo confronto spontaneo fra genitori nato proprio in un
pomeriggio di attività musicale dei figli, è davvero entusiasta
nel raccontare come suo figlio si sia dapprima interessato alla musica in generale
e poi abbia approfondito a tal punto, tutto ciò che riguarda lorgano
come strumento musicale, da diventare un vero e proprio appassionato del settore,
sperando un giorno di riuscire a suonare in chiesa in modo costante offrendo
in questo modo un servizio alla Comunità.
Ancora una volta sono tutti daccordo: servono tanti momenti aggregativi
per fare della musica un mezzo, uno strumento, un modo per avvicinare sempre
più i ragazzi alloratorio, per renderlo vivo e attivo.
Obiettivo che grazie allAssociazione di promozione sociale Curiosarte
pian piano, lungo gli anni, si sta cercando di realizzare.
Alcuni genitori vorrebbero maggiore strumentazione musicale, oltre a quella
che già lAssociazione ha messo a disposizione per attivare i laboratori,
e spazi adatti ad accogliere e dare voce ai ragazzi che tanta voglia hanno di
esprimersi col proprio strumento, di fare aggregazione nei gruppi che si sono
formati e che hanno proprio come comune denominatore la passione nel suonare
in compagnia, favorendo lascolto reciproco, la costanza e limpegno
nel costruire qualcosa insieme, la capacità di mettere a servizio un
proprio dono e insieme divertirsi e divertire chi li ascolta.
Tutto questo è il progetto della musica dinsieme che già
Curiosarte ha proposto e propone anche ai ragazzi di Casazza e che ha visto
limpegno di parecchi adolescenti che, nelloratorio di Urago Mella,
e non solo, dove il LabOratorio è partito, hanno creato la loro band.
E dunque: Perché non dare la possibilità anche nel nostro
oratorio di vivere esperienze come questa?, avanza una mamma. Perché
non creare uno spazio aperto, seppur controllato e monitorato, dove i ragazzi,
al di là dei laboratori, possano davvero trovarsi insieme a condividere?
Magari dando la possibilità di esibirsi in serate a tema create dagli
stessi ragazzi con la coordinazione di una figura più grande e responsabile?,
suggerisce un papà.
Lidea che parecchi genitori hanno accolto favorevolmente, soprattutto
per lutilità per i ragazzi stessi, è ciò che un laboratorio
proposto da Curiosarte già prevede e propone: quella cioè di poter
provare e sperimentare vari strumenti per capire con quale il bambino
o ragazzo si trovi meglio e col quale voglia iniziare un percorso di conoscenza,
non solo dello strumento, ma anche dellIo e degli altri.
Questo secondo alcune mamme è unidea molto bella da coltivare!
E proporre alla Comunità di offrire agli educatori di Curiosarte,
che si mettono sempre a disposizione allinterno delloratorio, almeno
unora alla settimana in cui far suonare e aggregare i ragazzi dei vari
laboratori?: questa e tante altre le proposte che questi genitori così
entusiasti dei sorrisi dei figli al termine dei laboratori e soprattutto della
vita in quello che per eccellenza dovrebbe essere lo spazio di crescita interiore
dei giovani cristiani di oggi: loratorio. Ecco perché un motivo
di festa, di gioia e di comunione in allegria è quello della festa organizzata
nellultima domenica del mese di maggio: domenica 27 maggio.
Con laiuto dei volontari presenti, allietati dalle esibizioni dei bambini
e ragazzi delloratorio e dal momento conviviale che con la generosità
di tanti si potrà realizzare, potrà essere unoccasione per
mettere in pratica i propositi espressi dai genitori e che qua brevemente abbiamo
riportato. Cantare è pregare due volte diceva SantAgostino.
Volendo dare uninterpretazione estensiva a questa bellissima espressione
possiamo dire che esprimersi con la musica, e favorire questa come le tante
passioni dei nostri bambini e ragazzi allinterno delloratorio, significa
davvero aiutarli a crescere nella loro vita da cristiani, perché saranno
loro il futuro di ciò che oggi e da duemila anni ad oggi chiamiamo Chiesa.
Il gruppo "Gerusalemme" (IV elementare) nell'ora di catechismo ha
ricordato l'avvenimento della Pasqua ebraica, rivivendo in prima persona il
momento della frugale cena in ricordo della liberazione degli Ebrei dalla schiavitù
dell'Egitto verso la Terra Promessa.
Al centro della sala è stato preparato un tavolo con: - erbe amare -
pane azzimo - uova (finte) - salsa charoset (ketchup).
Don GianMario ha spiegato la tradizione ebraica della Pasqua, cogliendo il significato
di ogni cibo. Agnello: il cui sangue sparso sugli stipiti delle case aveva salvato
i primogeniti del popolo ebraico. Pane azzimo non lievitato: a causa della fretta
per la partenza. L'uovo: come simbolo dell'eternità della vita. Salsa
charoset: per ricordare la malta usata dagli Ebrei per costruire i mattoni.
I bambini hanno assaggiato di tutto e sono rimasti molto impressionati
dalle erbe amare, che non avrebbero mai mangiato se proposte dalla loro mamma.
Hanno seguito con interesse la spiegazione del parroco e partecipato con grande
attenzione ed entusiasmo, mostrando di gradire il pane azzimo, di cui hanno
apprezzato persino le briciole.
Le catechiste Mariangela, Sandra, Rosanna, Franca
PASQUA EBRAICA
|
PASQUA CRISTIANA
|
|
Cosa ricorda?
|
||
La Liberazione dalla schiavitù d'Egitto
|
La liberazione dalla schiavitù del peccato
|
|
E per quale dono si ringrazia?
|
||
Il dono della terra Promessa
|
Il dono della vita nuova di figli di Dio
|
|
Come si celebra?
|
||
Pane non lievitato, agnello, erbe amare
|
Con lEucaristia ricordando lUltima Cena
|
|
Cosa rappresenta?
|
||
Conferma dellAlleanza tra Dio e il popolo ebreo
|
La nuova Alleanza damore tra Dio e tutti gli uomini
|
di Marek d'Adamo
"Non è commettendo un crimine che si protegge qualcuno
da una disgrazia. E uccidere un bambino è semplicemente omicidio. Non
si dà sollievo al dolore di un essere umano uccidendone un altro. Quando
la medicina perde tale consapevolezza, non è più medicina."
(Prof.Jerome Lejeune)
Nel ciclo di vite di santi che padre Sicari ormai presenta da decenni, durante
i martedì di quaresima nella chiesa di S. Pietro in Castello, questanno
è stata la volta del prof. Lejeune.
Nel 1997 a Parigi, Giovanni Paolo II, in occasione della Giornata Mondiale della
Gioventù, compì una lunga deviazione dal percorso programmato
per andare a pregare sulla tomba di questo illustre sconosciuto.
Uno dei più grandi scienziati del 900, pediatra e genetista francese,
a soli 32 anni aveva scoperto la prima anomalia genetica, la cosiddetta trisomia
21, quella che determina la sindrome di down. Prima della sua scoperta
si chiamava mongolismo ed era soggetto al disprezzo e allemarginazione.
La scoperta individua lanomala triplicazione di un cromosoma: tale eccesso
di informazione genetica colpisce lintelligenza e lastrazione, ma
lascia intatte affettività e memoria.
Lui e i suoi ricercatori seguirono circa 9000 casi, soprattutto di piccoli pazienti,
ottenendo una serie di successi che segnarono così lavvio della
genetica moderna.
Quando nel 1944 sentì vicina la propria fine, non si dava pace pensando
ai suoi piccoli malati: Ero il medico che doveva guarirli e me ne vado.
Ho limpressione di abbandonarli.
Lejeune ottenne innumerevoli riconoscimenti internazionali: per lui fu creata la prima cattedra di Genetica presso luniversità di medicina di Parigi. Ma Lejeune non era solo uno studioso. La finalità della sua scoperta era di poter guarire i tanti malati che si rivolgevano a lui.
Seguì la scoperta della diagnosi pre-natale, ad opera dellamico,
il professor Liley, che era associata al desiderio di curare il più precocemente
possibile i bambini che sarebbero nati con questa anomalia genetica. Lidea
di curare in utero entusiasma entrambi. Tuttavia i due scienziati, impotenti,
assisteranno allo snaturamento della loro scoperta. Infatti nel 1970, in Francia,
si apre il dibattito sullaborto, circa leliminazione dei bambini
che venivano identificati come portatori di handicap prima della nascita.
Lejeune non riesce a tacere: sostiene la sacralità della vita, palesa
il suo amore per i suoi piccoli malati, fino ad affermare allOnu: Ecco
una istituzione per la salute che si trasforma in istituzione di morte.
Lejeune che non è un ingenuo sa di aver intrapreso una strada pericolosa,
la sera stessa del suo discorso allOnu, scrive alla moglie: Oggi
pomeriggio ho perduto il premio Nobel. E fu proprio così.
Per stroncare Lejeune le proveranno tutte: lodio, le persecuzioni, le
molestie anche fisiche, i controlli fiscali
Gli verrà negato lavanzamento di carriera per ben 17 anni, verrà
radiato dai congressi scientifici, gli verranno soppressi i crediti per la ricerca
e negati i finanziamenti per i suoi studi.
Ma per fortuna il suo nome è famoso in tutto il mondo, e può continuare
a lavorare grazie a sussidi americani, inglesi, neozelandesi. Confuta il darwinismo
materialista e contesta laborto: Non aveva paura rammenta
la figlia.
Cosa si può fare contro un uomo che non desidera niente per se
stesso?. Timete Dominum et nihil aliud, (abbiate timore di Dio
e di nientaltro) diceva.
Il 25 aprile 2007 Jerome Lejeune è stato proclamato Servo di Dio ed è cominciata la causa di canonizzazione.
di Amelia
La nostra Parrocchia, anche questanno, ha proposto liniziativa della
cena povera durante il periodo di Quaresima. Sono stati fissati
cinque incontri di venerdì sera, dalle ore 19 alle 20.45, ognuno scandito
in tre momenti.
1° momento: canto iniziale, con laccompagnamento alla chitarra
di Flavio Gatti, recita dei Vespri, lettura e breve commento del secondo brano
della liturgia domenicale.
2° momento: cena silenziosa, a base di zuppa vegetale, pane e acqua
e contemporanea visione di una parte del film di Zeffirelli Gesù
di Nazaret.
3° momento: secondo canto, lettura del vangelo domenicale, riflessione
conclusiva di don GianMario, canto finale.
A conclusione della serata, raccolta di una libera offerta personale da devolvere
allIstituto per bambini sordomuti Effetà di Betlemme.
La partecipazione è stata buona ed ha visto il coinvolgimento di alcuni
fedeli della parrocchia di Santa Giulia del villaggio Prealpino, di alcuni ospiti
del centro Hebron e di alcuni dei nostri giovani, che hanno offerto
il loro prezioso servizio ai tavoli e non solo.
Vogliamo ora esprimere alcune considerazioni di ordine soggettivo. Penso che
liniziativa sia da elogiare, perché ci ha dato modo di vivere un
momento di vita comunitaria nella preghiera, nella sobrietà e frugalità
della cena, nella presenza silenziosa e fraterna dei partecipanti.
La presenza e laiuto concreto offerto dai giovani mi hanno commosso e
mi hanno riportato alla mia adolescenza riconfermandomi che i valori trasmessi
dalla fede non sono cambiati: lentusiasmo dei giovani è una costante
nei tempi, da alimentare e sostenere.
La cena, preparata e servita con amore e frugalità, mi ha ricordato il
desco povero delle nostre famiglie contadine di un tempo, che Giovanni Pascoli
ha immortalato nei versi le campane si rincorron con lor gridi argentini:
chiamano al rezzo, alla quiete, al santo desco fiorito docchi bambini.
Quel desco era povero, ma aveva il sapore della vita che continua, del lavoro
umile, della gioia semplice, della condivisione e della preghiera, perché
nelle nostre famiglie contadine non ci si sedeva a tavola se non dopo avere
fatto il segno della croce.
Ringraziamo don GianMario per la bella iniziativa e tutte le persone che ci
hanno lavorato con passione, nello spirito della Quaresima.
di Carmine
Ledizione 2012 del Rogo della Vecchia può essere archiviato
nel novero dei roghi meglio riusciti nella nostra Parrocchia e non mi riferisco
certo al solo aspetto della combustione del fantoccio, ottimamente e sapientemente
creato e modellato.
Chi era presente in oratorio la sera del 15 marzo ha trascorso un paio dore
di incontro (gli adulti), di ingenuo stupore (i più piccoli), di sereno
stare insieme (tutti), a fare un po famiglia nel solco della tradizione
popolare.
Gli ingredienti per serate di questo tenore non sono tutti affidati alla volontà
di chi organizza: ad esempio, fondamentale è il clima meteo favorevole
che invita a uscir di casa e stare allaria aperta.
Alla base però ci vuole la Vecchia! Anche questanno
i padri della mostruosa creatura hanno dato vita a un personaggio
dalle forme accattivanti che ha incantato grandi e piccini. Con
quella struttura in ferro, con quel corpo e, in particolare, con
quella faccia, lopera di Roberto Berra, Marino Bellicini e dei loro validi
collaboratori ha reso possibile in modo impressionante la presenza della personificazione
dei vizi e delle umane negatività.
Ma non sarebbe bastato. E perfino banale dirlo, ma senza i volontari del
Gruppo Valcarobbio, esperti nel maneggiare il fuoco, non avremmo
avuto un così bel rogo.
Il tradizionale processo questanno ha avuto per interpreti i ragazzi di
prima e seconda media e tutti hanno potuto immedesimarsi nella condanna delle
parolacce (specifica accusa alla Vecchia 2012) che, distrutte dalle
fiamme purificatrici, non troveranno più spazio nelle nostre contrade
almeno per una sera!
qui il testo
del processo e le foto della serata
Ma non finisce qui!
Tutta la serata ha avuto come contorno, o meglio, come piatto forte,
il mini-stand di pane e salamine (o di pane e formaggio alla piastra per gli
intenditori), letteralmente preso dassalto dal festoso arrivo dei tanti
che hanno preferito la serata in oratorio alla solita fine-giornata televisiva.
Ma anche la pulizia dellambiente gioca un ruolo non certo marginale nella
riuscita della serata e nel rendere piacevolmente accogliente lambito
di festa.
Perciò bisogna riconoscere limportanza anche del lavoro svolto
da quanti si sono sbracciati per pulire il portico e i dintorni, attrezzandolo
con panche e tavoli.
Lesperta regìa della serata aveva provveduto a dotare il rogo di
una spessa base di sabbia isolante che, a fuoco spento, è stata rimossa
con lausilio dei malcapitat
(ehm!) dei volontari collaboratori,
giovani e meno giovani, che con badili e carriole hanno liberato la piastra
di cemento, restituendola al consueto calcio a 5, passatempo preferito da tanti
bei ragazzotti del quartiere.
A conclusione di queste righe di diario del rogo mi permetto di
avanzare per lanno prossimo una proposta che ho colto dalle parole di
un bambino, presente alla serata del giovedì grasso: perché
non bruciare per una volta - un fantoccio con le fattezze non di una
vecchia, ma di un vecchio?
Possiamo pensarci
per par condicio, per essere originali, per fare una
ulteriore riflessione sullesigenza di personificare il male,
per fare qualcosa che non tutti hanno pensato di realizzare, per soddisfare
la richiesta dei bambini che, in fondo, sono i veri protagonisti di tanto affannarsi
intorno al rogo della/del vecchia/o.
di Cesare
(
) Non ricordo più i tuoi peccati (Is 43,25)
La giornata è uggiosa
ed il mio cuore
tremendamente oppresso e stanco,
nonostante nelle mie orecchie rimbombi sempre più
la tua dolce Parola di domenica scorsa:
Figlio, ti sono perdonati i peccati.
Sì, Signore, sono anchio steso sulla barella,
ma non sono quello che stai per vedere
calato da quattro amici dal tetto della casa.
Io non ho quattro amici
che mi vogliono così bene,
che sanno sfidare le critiche e i preconcetti.
Ne ho tanti di amici,
ma quanti sono disposti
a scoperchiare il tetto della casa
nella quale tu annunci la Parola
per mettermi a contatto con te?
In certi momenti, poi,
non so neppure io
se desidero esserti messo accanto,
costretto al confronto con te;
non saprei che cosa dirti,
come il paralitico della parabola
che vive una divina avventura
senza aprire bocca,
solo che alle tue parole:
Figlio, ti sono perdonati i peccati,
si alzò e subito prese la sua barella.
(
) Non ricordo più i tuoi peccati
Io con la mia barella
giaccio lontano dalla casa che ti accoglie,
quasi mi nascondo
perché non ho il coraggio
di dire a qualcuno di portarmi vicino,
per sentire almeno le tue parole,
quelle parole che mi si dice
portano speranza
nel cuore di tutti gli ammalati,
persino degli immondi lebbrosi.
Il peccato mio mi tiene lontano da te,
quel peccato che mi ha reso paralitico
e impedisce la minima opportunità
di accostarmi a colui che, mi ha appena detto tramite Isaia :
Tu mi hai dato molestia con i peccati,
mi hai stancato con le tue iniquità.
Io, io cancello i tuoi misfatti
per amore di me stesso,
e non ricordo più i tuoi peccati.
(
) Non ricordo più i tuoi peccati
Inizio a sperare, Signore, ma
sono sempre lontano da te
con la mia ingombrante, ma necessaria, barella.
Che fortunato quel paralitico
ad avere quattro amici che, probabilmente,
hanno avuto più fede di lui,
che ne aveva più bisogno.
Tu, infatti, ti sei commosso
per quanto hanno compiuto questi quattro barellieri.
Di loro non solo non si conosce il nome,
ma non si sa neppure
se quellazione labbiano compiuta
per amore verso il paralitico,
oppure solo con la speranza di vedere Te,
di venirti un po più vicino, per scrutarti.
Dopo la guarigione il paralitico va a casa
e loro rimangono sul tetto con le corde,
che non servono più, quindi inutili, in mano.
Ma sicuramente tu
li hai fissati nei loro occhi
e li hai ripagati dello sforzo pieno di fede,
che hanno compiuto.
(
) Non ricordo più i tuoi peccati
Io, Signore, solo,
dalla mia barella di dolore,
mi rivolgo a te col desiderio di sentirti dire:
Figlio, ti sono perdonati i peccati.
Poi andrò per le strade del mondo
a narrare le tue meraviglie.
(settimana delle ceneri 2012)
Figlio di una ragazza madre, era nato in un oscuro villaggio. Crebbe in un
altro villaggio, dove lavorò come falegname fino a trent'anni. Poi, per
tre anni, girò la sua terra predicando.
Non scrisse mai un libro.
Non ottenne mai una carica pubblica.
Non ebbe mai né una famiglia né una casa.
Non frequentò l'università.
Non si allontanò più di trecento chilometri da dov'era nato.
Non fece nessuna di quelle cose che di solito si associano al successo.
Non aveva altre credenziali che se stesso.
Aveva solo trentatré anni quando l'opinione pubblica gli si rivoltò
contro. I suoi amici fuggirono. Fu venduto ai suoi nemici e subì un processo
che era una farsa. Fu inchiodato a una croce, in mezzo a due ladri.
Mentre stava morendo, i suoi carnefici si giocavano a dadi le sue vesti, che
erano l'unica proprietà che avesse in terra. Quando morì venne
deposto in un sepolcro messo a disposizione da un amico mosso a pietà.
Due giorni dopo, quel sepolcro era vuoto.
Sono trascorsi venti secoli e oggi egli è la figura centrale nella storia
dell'umanità.
Neppure gli eserciti che hanno marciato, le flotte che sono salpate, i parlamenti
che si sono riuniti, i re che hanno regnato, i pensatori e gli scienziati messi
tutti assieme, hanno cambiato la vita dell'uomo sulla terra quanto quest'unica
vita solitaria.
Al tempo della propaganda antireligiosa, in Russia, un commissario del popolo
aveva presentato brillantemente le ragioni del successo definitivo della scienza.
Si celebrava il primo viaggio spaziale. Era il momento di gloria del primo cosmonauta,
Gagarin. Ritornato sulla terra, aveva affermato che aveva avuto un bel cercare
in cielo: Dio proprio non l'aveva visto. Il commissario tirò la conclusione
proclamando la sconfitta definitiva della religione. Il salone era gremito di
gente. La riunione era ormai alla fine.
"Ci sono delle domande?".
Dal fondo della sala un vecchietto che aveva seguito il discorso con molta attenzione
disse sommessamente: "Christòs ànesti", "Cristo
è risorto". Il suo vicino ripeté, un poco più forte:
"Christòs ànesti".
Un altro si alzò e lo gridò; poi un altro e un altro ancora. Infine
tutti si alzarono gridando: "Christòs ànesti", "Cristo
è risorto".
Il commissario si ritirò confuso e sconfitto.
Al di là di tutte le dottrine e di tutte le discussioni, c'è un
fatto.
Per la sua descrizione basterà sempre un francobollo: "Christòs
ànesti". Tutto il cristianesimo vi è condensato. Un fatto:
non si può niente contro di esso.
I filosofi possono disinteressarsi del fatto. Ma non esistono altre parole capaci
di dar slancio all'umanità: "Gesù è risorto".
a cura del GSO Casazza
Tradizionalmente e per scelta operativa il nostro Gruppo Sportivo ha sempre
avuto particolare cura per lattività giovanile: questanno
forse abbiamo esagerato! O no?
Grazie alla competenza e disponibilità di una ottima alleducatrice
(Sara) ogni settimana viene offerta la possibilità di fare sport a bambine/i
di 5/6 anni.
Lo scopo è quello di avviare i piccoli allattività sportiva,
proponendo loro un percorso di educazione alla socializzazione, al lavoro di
gruppo, curando laspetto della coordinazione motoria e del gioco.
E uno spettacolo ammirare, il martedì pomeriggio, in palestra,
i nostri tredici piccoli atleti, seduti, disposti in cerchio intorno alla loro
istruttrice (collaborata ottimamente da Valentina) che con pazienza si mette
innanzitutto in ascolto dei loro racconti (a quella età hanno sempre
una parola da dire su tutto!), poi con voce dolce ma ferma e tanta cura, spiega
le attività che andranno a svolgere.
Il susseguirsi di giochi con la palla ed altri di movimento rendono piacevole
il tempo trascorso dai bambini che eseguono gli esercizi sotto lamorevole,
ma sempre attento sguardo delle alleducatrici.
Lesperimento di questanno sembra riuscito ed è auspicio di
tutti, famiglie e Gruppo Sportivo, ripeterlo in futuro.
Non ci interessa certamente sfornare campioni per gli anni a venire,
quanto piuttosto accompagnare il cammino dei nostri ragazzi per dare loro il
gusto del gioco insieme, in vista di ben più impegnative gare della vita.
A proposito di campioni
Dal Giornale di Brescia
di giovedì 15 marzo 2012, pag. 53, leggiamo quanto segue: TENNISTAVOLO:
Il GSO Casazza si è presentato in provincia di Como con un drappello
composto da tre ragazzini senza paura, pronti ad incontrare i pari età
provenienti da tutta la Lombardia. In palio cera il titolo regionale,
ma lobiettivo numero uno era misurare le proprie capacità. Stefano
Moras ha conquistato lo scudetto, Simone Bordieri e Nicolò Bernardelli
si sono piazzati quinto e decimo. In ogni caso si tratta di una vittoria di
squadra per i tre moschettieri di Casazza, ben preparati dagli alleatori
Flavio e Stefano Gatti
Cosaltro aggiungere, se non che i nostri
saranno impegnati ancora nel torneo Provinciale il 22 aprile.
Altra grande realtà del nostro GSO è la squadra del
minivolley (allenata da Giulia, Camilla e Greta), composta da ragazzine di scuola
elementare, per lo più alla prima esperienza con la pallavolo.
Hanno affrontato per tutta la prima parte della stagione squadroni
di ogni parte della provincia, facendo tesoro delle difficoltà e non
risparmiando energia e passione. Linizio della seconda fase del campionato
le ha viste incontrare la squadra del Ponte Zanano e per la prima volta hanno
conquistato un meritatissimo pareggio 3-3 (nel minivolley è possibile!).
Ancora complimenti a tutti i nostri ragazzi/e e avanti così!!
GSO CASAZZA