La Bussola - Casazza
MAGGIO 2015

indice degli articoli:
Nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale
Palio delle Contrade
Sacramenti dell'iniziazione cristiana
Ricordo di don Piero Chitò
Flash sulla vita della comunità
Intervista a don Nicola Signorini
Ricordo con Tiziana
Corpus Hominis:aspettando il festival delle comunità
Grest 2015 - Tutti a Tavola: Non di solo pane vive l'uomo
Il punto sportivo

NUOVO CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

Il diciotto e il diciannove aprile scorso abbiamo avuto l’elezione del nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale. Devo dire, con onestà e con gioia, di essere soddisfatto per come si sono svolte le votazioni, per il buon coinvolgimento delle persone e per la piena partecipazione della comunità a questo evento così importante per la nostra Parrocchia. Ringrazio Dio del dono del Consiglio Pastorale Parrocchiale che, per un parroco, è come il gruppo dei dodici apostoli per Gesù, il segno e il fondamento della “Chiesa Comunione”. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale è lo “sguardo totale” del pastore e dei collaboratori: chiamati a “vedere” il disegno di Dio, il bisogno della comunità e di ciascuno dei suoi membri, specie i più piccoli e sofferenti. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale aiuta il parroco per quanto riguarda la vita di tutta la comunità cristiana, specialmente nei suoi settori portanti: la Liturgia, l’Evangelizzazione e la Carità.
Nella Parrocchia il Consiglio Pastorale è e deve essere un organismo ecclesiale di comunione e di partecipazione. Esso esprime l’unità e la corresponsabilità comune del popolo di Dio sotto la guida del proprio pastore ed è chiamato ad essere strumento di ricerca, di programmazione e di verifica dell’attività pastorale. Esso ha anche il compito di tradurre nella realtà parrocchiale le linee operative della pastorale diocesana. Nell’insieme delle varie esigenze e attività pastorali della comunità cristiana, il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha la funzione di vigilare con discernimento evangelico perché non prevalgano criteri di efficientismo o interessi di gruppi particolari, ma sia presente sempre la preoccupazione che la parrocchia risponda alla sua fisionomia di Chiesa in ordine all’evangelizzazione, al culto e alla carità per la missione.
Prima di rendere noto l’elenco del nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale, che resterà in carica fino al 2020, sento forte il dovere di esprimere profonda riconoscenza per tutti i componenti del Consiglio Pastorale Parrocchiale uscente che, per cinque anni, hanno prestato il proprio servizio, con dedizione e responsabilità a me, per questi miei primi mesi di permanenza in parrocchia, al parroco che mi ha preceduto, don Gianmario Biemmi e alla comunità tutta intera.
Ringrazio di cuore coloro che hanno accettato di entrare nel nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale ed auguro loro un buon cammino insieme, alla luce e con la forza dello Spirito Santo che è sempre sorgente di speranza, di gioia e di santità. Tutto per il bene della Chiesa e a gloria di Dio. Ed infine un ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato al buon esito delle elezioni, in particolare alla Commissione elettorale che ha lavorato in modo preciso e competente.
Alla Comunità parrocchiale l’augurio che questa fase di elezione del Consiglio Pastorale Parrocchiale, così ben partecipata, crei, in tutti, un risveglio di appartenenza viva alla comunità.

Vostro don Massimo

Membri del nuovo
Consiglio Pastorale Parrocchiale

Membri eletti:
Ballini Giovanni
Bordieri Carmine
Cingia Luca
D’Adamo Marek
Da Parè Cristina
Filippini Cesare
Gatti Flavio
Gatti Stefano
Zanetti Veronica
Zubani Giorgio

Membri scelti dal parroco:
Fadabini Giuseppe
Lazzarini Marina
Malgari Simone
Malosso Leda
Quaranta Luigi
Scapini Doriana
Zoni Delia

Membri di diritto:
David don Francesco
Toninelli don Massimo

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PALIO DELLE CONTRADE

Carissimi fedeli e cittadini di Casazza, con l'arrivo della “bella stagione” le ore di luce aumentano, l'aria si fa più piacevole e abbiamo tutti il desiderio di uscire dal grigiore invernale e di incontrarci all'aperto ... magari intorno a una tavola, in oratorio.
I colori delle quattro contrade del nostro quartiere, che danno vita al Palio, ci aiuteranno, sicuramente, a rischiarare l'orizzonte delle nostre giornate e daranno, certamente, occasione di sentirci parte di una realtà che ci accomuna.
Molte comunità locali, in questo periodo, danno vita a momenti di festa e di gioco tutti caratterizzati da momenti di piacevole fraternità, competizioni sportive, occasioni di spettacoli e serate danzanti vissute in allegria. Questi sono tempi propizi all'incontro e all'amicizia che ci faranno scoprire o riscoprire la voglia di essere famiglia e di essere Chiesa, Famiglia di famiglie.
Quello che apparentemente potrebbe dividere, la gara o la competizione, in realtà è stimolo per crescere nell'unità e nella condivisione. Fare gruppo, coinvolgere quante più persone possibile a partecipare ai giochi, aiuterà, all'interno della Contrada, a conoscere meglio il “vicino di casa”. Confrontarsi per dar vita a una bella gara, nello spirito del vero sport, senza ossessioni di vittoria, permetterà di alimentare la reciproca relazione e condivisione con tutti i partecipanti.
Questo e tanto altro ancora vuole essere il nostro Palio delle Contrade.
Per chi non ha mai partecipato, come il sottoscritto, alle giornate di festa del nostro Palio delle Contrade sarà una irrinunciabile opportunità per conoscere sempre meglio persone e dinamiche del quartiere. La tradizione che accompagna questo appuntamento affonda le radici in anni in cui la partecipazione all'evento, anche solamente come presenza alle serate, era segno di entusiasmo e disponibilità.
Mi auguro che, sotto lo sguardo amorevole di Maria, Madre della Chiesa, questo spirito di entusiasmo e disponibilità riempia l’edizione 2015 del Palio delle Contrade, in tutti gli ambiti suoi propri, insieme alla consapevolezza che l'oratorio è luogo di espressione della nostra Fede. Questo richiama il legame filiale che ci accomuna tutti e ci indica che siamo una realtà unita che cammina insieme.
La finalità del Palio non è la supremazia nel punteggio, ma il sentirci l'uno importante per l'altro nell'esprimere, giocando, la gioia dei figli di Dio.
Buon Palio delle Contrade a tutti e… “vincano i migliori”.

Don Massimo

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GRUPPO EMMAUS: Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana
domenica 24 maggio 2015

Il mese di maggio è tradizionalmente il momento in cui si raccolgono i frutti spirituali di un’annata di cure nel "vivaio catechismo” del cammino di iniziazione cristiana.
Domenica 10, alla Messa delle 10.30 i ragazzi del gruppo Nazareth hanno celebrato il “rinnovo delle promesse battesimali”.
Nel pomeriggio della stessa domenica, il gruppo Cafarnao ha celebrato la Prima Confessione, primo incontro con la misericordia di Dio e con il suo amorevole abbraccio che perdona.
La nostra preghiera implori il Signore, affinché possa essere quel momento il riferimento per tutta la vita a lasciarsi toccare il cuore dall’Amore che non si stanca mai di accogliere le nostre piccole/grandi infedeltà al Suo disegno.
Domenica 24, saranno i ragazzi del gruppo Emmaus a celebrare la Prima Eucaristia, primo grande incontro con la presenza vivificante di Gesù Sacramento, preceduto dalla sovrabbondanza dello Spirito Santo nella Santa Cresima.
Come sempre, in queste occasioni, siamo a ribadire l’importanza di non lasciare che restino episodi isolati questi incontri che segnano comunque la vita dei nostri figli e che famiglie e comunità parrocchiale sono chiamate a ravvivare continuamente. Non ci facciamo illusioni!
La gran parte dei ragazzi, a sacramenti ricevuti, si allontaneranno dall'ambiente parrocchiale e probabilmente dalla frequenza alla S. Messa... E imputeremo questo alla loro giovane età, alla famiglia assente, alla Comunità che non offre niente ai giovani, alla società secolarizzata, alle cattive compagnie, ad internet...
Confidiamo fiduciosi nella forza dei sacramenti che ricevono! Non sono strumenti umani: sono opera di Dio.
Lui scolpisce nei cuori e nelle menti dei ragazzi il suo Amore e la sua Parola.
Potranno attingere a quella forza tutte le volte che lo vorranno: potranno scoprire, ogni volta, che c'è sempre un Padre che li attende e li accoglie; c'è Gesù che può essere alimento dell'esistenza; c'è lo Spirito Santo che può illuminare il cammino della vita!
E' questo il nostro augurio, che rivolgiamo ai nostri amati ragazzi e che possiamo riprendere ogni anno come spunto per la nostra vita di fede.

I catechisti

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Ricordo di don Piero Chiṭ

Nel mattino di Pasqua è ritornato alla casa del Padre Don Piero Chitò.
E’ stato il secondo parroco di Casazza dal 5 marzo 1978 all’ottobre del 1979 dopo Don Angelo Zanola.
E’ rimasto tra noi solo alcuni mesi, ma ha lasciato un ricordo indelebile.
Proveniva dalla parrocchia di San Girolamo delle Civine, frazione di Gussago, dove operò (1952/1978) con instancabile impegno e nel cui piccolo cimitero espresse il desiderio di essere sepolto.
Erano gli anni del dopoguerra quando questo coraggioso sacerdote, nel 1954, si adoperò per la costruzione dell’attuale strada, che liberò dall’isolamento Civine, servito all’epoca solo da una impervia mulattiera. Sempre lui sollecitò l’arrivo del primo telefono, della televisione e la costruzione di una scuola. Prima di essere sacerdote a Civine, fu curato a Gargnano, sul lago di Garda, poi a Castrezzato.
Grazie alla sua intelligenza e alla sua cultura fu anche giornalista della "Voce del Popolo" e della rivista "Madre" (di tiratura nazionale); questa sua attività lo portò a visitare molti Stati del Nord-Europa. Mi raccontò dei suoi viaggi nella Repubblica Democratica Tedesca, dove sicuramente un prete giornalista era controllato a vista.
Anche a Casazza ha prestato la sua opera con intelligenza, purtroppo però lo abbiamo avuto con noi per poco tempo. All’epoca la nostra parrocchia aveva il più alto numero di ragazzi di tutta la Diocesi di Brescia, ai quali si aggiungevano i molteplici problemi di una quartiere giovane.
La costruzione di una nuova Chiesa aveva richiesto un impegno finanziario gravoso, con un debito notevole. Don Piero sapeva che le famiglie appena arrivate nel quartiere, con tutti i problemi della nuova casa, non potevano sostenere un impegno così oneroso; allora, si era impegnato a cercare altrove dei finanziatori che potessero saldare il debito.
La caldaia della Chiesa era collegata con la sacrestia, dove il parroco precedente, don Angelo Zanola, aveva ricavato un appartamento e si doveva scollegare l’impianto dall’appartamento. Don Piero non voleva sobbarcarsi altri debiti e rimediò per quell’inverno con il supporto di una stufetta elettrica.
Con lui in canonica c’era Nina, la seconda mamma e Rosi, a tutti gli effetti ormai sua sorella. La mitica Rosi lo ha sempre seguito con infaticabile devozione, fino al giorno in cui è salito al Padre.
La campana della Chiesa posta sulla facciata “gracchiava” e si era rotta, non c’erano soldi per la riparazione; ma c’erano il buon fabbro Achille Gavazzi, lo strumentista Carlo e il muratore Pierino Valenti, che ripararono gratuitamente la tromba campanaria.
Ricordo con simpatia il Battesimo di Emanuele, il mio primogenito, perché, nell’attimo in cui gli versava l’acqua sul capo e pronunciava il suo nome, il bambino di pochi mesi gli sorrise e don Piero, con la sua paterna bontà, mi disse che avevamo scelto il nome giusto.
Le sue omelie venivano scrupolosamente preparate e scritte, fino all’ultima Messa, celebrata presso il santuario Santa Maria delle Consolazioni, uno dei più vecchi di Brescia, dove ha trascorso i suoi anni fino al 2013 come Rettore e dove è stato anche assistente spirituale dei Maestri del Lavoro.
La malattia lo ha costretto a trascorrere gli ultimi anni presso il centro sacerdoti anziani ammalati “Don Pinzoni” di via Montini, a Mompiano.
Quando andavo a trovarlo alle pendici del Castello, mi accoglieva con profondo affetto e, se gli parlavo della mia Parrocchia, mi ascoltava con immensa gioia, perché nei pochi mesi trascorsi a Casazza aveva lasciato parte del suo cuore. A casa sua, spesso incontravo il mio insegnante di matematica delle superiori, il prof. Carlini, suo carissimo amico e collega alla "Pastori", dove Don Piero aveva insegnato religione, con un impegno che ancora oggi ricordano. Don Evandro lo aveva invitato più volte a ritornare nella nostra parrocchia, ma accettò l’invito solo in occasione della benedizione delle nuove campane.
Il suo ministero ebbe inizio con l’ordinazione sacerdotale nel 1949, dal Vescovo Mons. Giacinto Tredici, insieme a un gruppo di 28 sacerdoti. La lettura della sua storia e dei suoi confratelli nel libro “Tredici messe d’oro” di Franco Castrezzati (noto nel sindacalismo bresciano ed ex compagno di scuola) mi ha lasciato senza parole. Nel libro sono citati molti suoi confratelli, tra i quali Mons. Rinaldini, vescovo missionario in Brasile; Mons. Giulio Nicolini, vescovo di Cremona; padre Pietro Bignami, missionario nel nord Manitoba; padre Umberto Scotuzzi della congregazione Piamartina, ex Direttore all’istituto "Bonsignori" di Remedello, degli Artigianelli di Brescia, ormai nella casa del Padre. Altri confratelli sono ancora vivi, come Mons. Fappani don Antonio, dottore in teologia presso l’Università Lateranense, studioso e storico, ancora oggi presidente della fondazione “Civiltà Bresciana”.
Concludo questo ricordo di Don Piero con una preghiera da lui scritta e riportata nel libro prima citato, stampato nel 1999 dalla Tipografia Queriniana e redatto da Franco Castrezzati.

Signore
ora che si fa sera
e la notte
sta per venire
non cogliermi
come il vento
che all’improvviso spezza
il fiore del campo,
ma dammi la consapevolezza
del mio morire.
E quando la luce
del mio giorno
si spegnerà
guidami verso la luce
del Tuo Mistero.
Che io possa vederti
come oggi credo
che tu sei
in quel mistero
che mi attende.

Caro don Piero, la nostra Comunità ti chiede di intercedere presso Maria Madre della Chiesa, affinché protegga i tuoi vecchi parrocchiani e i nostri nuovi sacerdoti.

Gianni Ballini

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Flash sulla Vita della Comunità

VIA CRUCIS DEL VENERDÌ SANTO
Venerdì Santo (3 aprile) i nostri Giovani, sapientemente guidati dai catechisti, hanno proposto la Via Crucis “non convenzionale” a cui ci hanno abituato da qualche anno. Sul tema “Il Verbo si fece carne” si è snodata la riflessione che ci ha aiutato a vivere la Pasqua con una consapevolezza più profonda.
ANTONELLA & ANDREA SPOSI!
Qualcuno potrà dire che non è un evento, ma - di questi tempi - vedere due giovani che decidono di sposarsi e lo fanno dopo un percorso di partecipazione parrocchiale intensa e proficua è comunque un fatto straordinario. Sabato 18 aprile, hanno coronato il loro amore, nato e cresciuto nella vita comunitaria. Ad Andry e Anto auguriamo ogni serenità e grazia: affidiamo a Maria Madre della Chiesa la loro nuova famiglia.
GRUPPO NAZARETH
Domenica 10 maggio
Rinnovo delle promesse battesimali
GRUPPO CAFARNAO
Domenica 10 maggio
Sacramento della Prima Riconciliazione
PRANZO PER LA FESTA DELLA MAMMA
Domenica 10 maggio, le nostre mamme (e non solo) hanno potuto vivere un bel momento di convivialità nel nostro oratorio, partecipando al pranzo comunitario che è stato anche occasione per una riflessione-preghiera: “Beata la mamma che…”

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Intervista a don Nicola Signorini

Da quasi due mesi si aggira una figura strana per la nostra parrocchia: il terzo Don!
Don Francesco lo conosciamo per il suo sorriso; Don Massimo sappiamo tutti che è il nostro parroco, ma cosa sappiamo del "terzo Don"?
Si chiama Don Nicola e, in queste ultime settimane, si è presentato durante le Messe che ha celebrato.
Un venerdì, al mio gruppo di catechismo ha parlato della sua esperienza in Mozambico.
Quello che ha detto mi ha molto interessato; così, per saperne di più, gli ho fatto un'intervista.
- Ciao, Don. Prima di parlare del Mozambico, puoi dirmi da quale parte della Diocesi di Brescia vieni?
Vengo dalla parrocchia di Ciliverghe, vicino Rezzato.
- Una domanda facile facile… : chi o cosa ti ha fatto capire che la tua strada era il sacerdozio?
Gesù Cristo, che ho conosciuto anche grazie al mio oratorio. Il gioco e la riflessione che ho sperimentato da giovane mi hanno permesso di capire che quella del sacerdozio era la mia strada.
- Sappiamo che sei stato in Mozambico, ma esattamente dove? E per quanto tempo?
Sono stato a Morrumbene nel Sud del Mozambico per 9 mesi.
- Cosa hai fatto lì? C'erano tanti ragazzi? Hai un episodio particolare che ci vuoi raccontare?
A Morrumbene ho fatto il prete. Ho aiutato il parroco che gestisce la Comunità. Ho collaborato per "Il campo de ferias", cioè il Grest, con più di 1000 bambini tra i 5 e i 15 anni e 100 animatori. Si svolgeva al pomeriggio e molti bambini venivano soprattutto perché trovavano da mangiare per merenda.
Morrumbene può contare anche su 40 ragazzi che formano il "Grupo dos Acolitos", cioè i chierichetti, che si danno da fare per il servizio liturgico e non solo! Anzitutto, per entrare bisogna fare un corso di formazione e superare un bell'esame, che tutti i candidati hanno superato. Poi bisogna saper stirare la propria veste...
Una volta al mese leggere alla Messa, cantare e, se è solennità, pure danzare! Ma la cosa più importante è che, dovendo essere buon esempio, si impegnano alcuni sabato mattina (a turno), per fare delle opere di carità per le nonnine bisognose! Un bel gruppo, vivace e simpatico...
Di episodi particolari ne avrei molti altri che sono raccontati nella pagina facebook dell'Associazione Calima Onlus.
- Hai avuto paura a stare in Africa, per le guerre o le malattie? Come hai vissuto la lontananza da casa?
In Africa ho avuto paura soprattutto per quanto riguarda la salute: per ben due volte sono stato in Pronto Soccorso! Inoltre avevo nostalgia di casa.
- Perché avevi deciso di proporti per il Mozambico?
Ho deciso di partire per quella Missione perché il vescovo di Brescia aveva chiesto la disponibilità ad alcuni preti ed io ho accettato per fare un servizio. Ritengo che sia importante aiutare le comunità che non hanno sacerdoti che celebrano la Messa. Quindi, ho sentito che quell'invito del vescovo si rivolgeva proprio a me e mi sono proposto; così, dopo un periodo di preparazione (ho imparato anche il portoghese), sono partito.
- Come ti stai trovando, per adesso, a Casazza?
Qui a Casazza sto benissimo. Sono ospitato da un vero amico e da una comunità vivace.
- A lui, non diciamo niente… Cosa puoi dirci di Don Massimo?
Don Massimo ci tiene a far tutto bene e, se lo si segue, si impara presto a volergli molto bene.
- Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Per prima cosa tornerò in Mozambico per salutare la comunità di Morrumbene, poi farò quello che mi chiederà il vescovo.

Simone

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Ricordo con Tiziana

tiziana by cristina19 maggio 1995: il Signore chiama a sé Tiziana Cutrera.
Per tanti anni ha operato in modo unico nella nostra Parrocchia (e non solo) come catechista, animatrice, educatrice, corista, allenatrice e … tanto ancora! Ragazza solare, testimone di vita gioiosa, di intensa partecipazione alla vita parrocchiale, di sofferenza vissuta alla luce del Vangelo.
La sua presenza viva è tuttora operante nella nostra Comunità e chi le vuole bene, insieme a chi non l'ha conosciuta, sente l'esigenza di ritrovarsi e ringraziare Dio per avergliene fatto dono.

Era felice Tiziana, quando ha potuto cominciare a far parte del gruppo del coro della Parrocchia. Il suo rammarico, semmai, era quello di non aver partecipato alle precedenti esibizioni del gruppo “Insieme per cantare” dei primi mesi del 1980.

Il coro
Fin dal principio della sua partecipazione, emergeva la sua spiccata personalità: durante le prove, nelle Messe domenicali e nelle grandi liturgie. Il coro allora era formato sostanzialmente da bambine e da “ragazze” che emergevano per volume di voce e personalità nell’impostazione del canto.
Gli anni passavano e le “ragazze” diventavano sempre più importanti per il coro.tiziana cutrera
Tiziana assumeva sempre più un ruolo centrale nel coinvolgimento degli altri per il coro e nel sostegno a chi, come me, decideva cosa e come cantare.
Fra i momenti più importanti della mia esperienza con il coro, ricordo con piacere le volte che con Tiziana si imparavano canzoni nuove, che lei portava dagli altri gruppi e movimenti che frequentava, con la stessa voglia di donare qualcosa che era diventata “sua” e che faceva diventare “nostra”.
Ricordo anche quando, durante una prova, seduti su un panca della chiesa, io e Tiziana sperimentavamo una nuova seconda voce per la canzone “Ora so”, che avevo pensato qualche tempo prima.
L’entusiasmo di Tiziana per questa novità ci fece improvvisare una terza voce, adatta per le voci femminili. La nuova terza voce, a sua volta, mi spinse ad appoggiare, sulle tre voci ormai fissate, una quarta voce pensata al maschile. Il tutto in un serata di prove!
Era diventata una canzone a quattro voci, che il gruppo imparò velocemente e che eseguimmo molte volte, sempre con lo stesso piacere.
Una canzone rinata su una panca della chiesa, tra due persone, delle quali una con la chitarra e l’altra con una bella voce e con un entusiasmo coinvolgente.

Lo spettacolo
Nel 1982 mettemmo in scena lo spettacolo “Di tutto un po’” con il gruppo che mi accompagnava con il coro della Parrocchia.
Era uno spettacolo insieme semplice e complicato. Semplice perché volevamo semplicemente esprimere quello che eravamo, attraverso dei “quadri” o scenette. Complicato perché nessuno di noi aveva esperienza di spettacolo.
Tiziana con il suo solito entusiasmo diede il suo indispensabile contributo, organizzando i vari “quadri” e recitando le parti previste per lei. Erano parti “simpatiche” che lei svolgeva con la leggerezza e l’allegria che sapeva sempre esprimere.
Dal “plin.. plon: pubblicità!” dell’intervallo pubblicitario, con il quale attraversava il palco roteando sulle punte, alla mitica nuvola de “L’uomo e la nuvola” di Branduardi, dove, candida ed azzurra, si faceva trasportare dal vento, formato da quattro baldi giovanotti, per sfuggire giocosa al timido spasimante.
Quando poi, durante le prove, feci ascoltare a Tiziana la canzone finale dello spettacolo, “Voglio stare con te”, immediatamente lei
immediatamente lei la presentò al gruppo dicendo: ”C’è la canzone finale: è bella!”. Mi faceva emozionare l’istintiva accoglienza che aveva per le canzoni che scrivevo, ed il coinvolgente trasporto nel trasmettere agli altri questo entusiasmo.
Lo spettacolo ebbe un grande successo.

La canzone
Non mi aspettavo la telefonata di quel pomeriggio del marzo del 1994. Tiziana, ormai molto malata, mi chiedeva di voler cantare qualcosa a Stonatissima. Mille pensieri mi attraversarono la mente in quel momento: “vuol fare Stonatissima!”,“vuol farla con me!”, ”cosa facciamo?”.
Non avevo grandi idee immediate, così pensai di risolvere la questione con una canzone “facile”, che avrebbe richiesto un impegno canoro minimo.
Proposi “Imagine” di J. Lennon e lei fu d’accordo.
Nei giorni che seguirono, tuttavia, qualcosa mi spinse ad immaginare una cosa nuova per Tiziana. Una cosa “sua”! Pensai velocemente una melodia soffice, da non cantare, ma da utilizzare come “tappeto” affinché lei potesse “parlare” al pubblico, dire quello che sentiva dentro, con la massima libertà.
La canzone doveva servire come “strumento” per l’espressione dei suoi sentimenti.
La presentai a Tiziana a casa sua, già registrata su un’audiocassetta (come si usava allora), fischiettando la melodia per farla sentire bene.
Un paio di giorni dopo, Tiziana venne a casa mia, accompagnata dal papà, con due fogli scritti. Erano le parole per la canzone.
Fin dai primi accordi, con Tiziana che leggeva il testo, mi accorsi con fortissima emozione che quella che stavo ascoltando era un’altra cosa, rispetto a ciò che avevo pensato due giorni prima.
La melodia era la stessa, ma con le parole lette da Tiziana, diventava “giusta”.
Tiziana, inoltre, voleva cantare, non solo leggere! Aveva acquisito con lo studio una notevole tecnica canora che tirò letteralmente fuori nel cantare le parole del ritornello da lei scritte:
“Grazie a voi, la mia lotta è speranza di vita, ed è più forte nel sentirvi uniti a me.
Grazie a voi, la mia lotta è speranza di vita, ed è gioia nel sentirmi unita a voi”
Sorprendendomi nuovamente, cantò anche tutta l’ultima strofa sulle note della melodia “tappeto”.
Volle, quindi, esibirsi a Stonatissima, con quella canzone.
Mi ricordo, come fosse ieri, il momento dell’esibizione. Lei seduta; io al suo fianco, seduto, la accompagnavo con la chitarra. Ci eravamo accordati per una tonalità più bassa rispetto all’originale, per consentirle di cantare senza un eccessivo sforzo.
Eseguì la canzone ed il pubblico applaudì.
Ma non applaudiva la canzone: applaudiva lei, perché c’era. Aveva voluto essere lì, con tutti, come sempre. Era Tiziana, e ringraziava tutti. E tutti ringraziavano lei.

Il Papa
Nel settembre 1998 Sua Santità, Papa Giovanni Paolo II, venne a Brescia per la Beatificazione di Giuseppe Tovini.
Il nostro coro volle partecipare insieme agli altri cori della diocesi alla preparazione della messa solenne.
Ci iscrivemmo in vescovado e, con non poche difficoltà, riuscimmo ad imparare i canti, compreso il gregoriano.
Per l’iscrizione era, però, necessario comunicare il nome del coro. Noi non avevamo un nome, non ne sentivamo l’esigenza, ma per quell’occasione dovevamo decidere come titolare il gruppo.
Io avevo già l’idea precisa, ma desideravo che fossero i “ragazzi” a decidere. E decisero tutti insieme: il gruppo si sarebbe chiamato “Tiziana Cutrera”; con quel nome ci saremmo iscritti in diocesi.
Nei miei intimi e segreti desideri c’era quello che il Papa, vedendo un coro mai visto prima (più di mille coristi!), chiamasse per nome ciascun gruppo che partecipava. Avrebbe letto il nome di Tiziana!
E così il suo nome sarebbe stato deposto ai piedi dell’altare del Papa.

Tony Garzoni
(il disegno - ritratto di Tiziana è di Cristina Carcavecchia)


GRAZIE TIZIANA!

Sono passati ormai vent’anni da quando Tiziana ci ha lasciato, ma tanti giovani cresciuti nel quartiere di Casazza (ormai non più giovanissimi, temo…) ancora la ricordano con affetto e nostalgia. Proprio come me.
Io sono una decina d’anni più giovane di Tiziana ed il mio primo ricordo di lei risale a quand’ero bambina e la sentivo cantare nel coro ogni domenica. Che voce fantastica! Con la gioia e l’entusiasmo che trasmetteva ci aiutava a capire che la Messa non era poi così noiosa, tutt’altro, era un gioioso momento di condivisione.
Tiziana è stata anche la mia catechista, quando ero alla scuola media. Non è facile gestire un gruppo di ragazzini di 12-13 anni, ma lei ha saputo appassionarci e coinvolgerci, era sempre sorridente, un vulcano di idee e, probabilmente, anche grazie al suo esempio ed incoraggiamento molti ragazzi del mio gruppo sono stati introdotti alla vita dell’oratorio ed hanno iniziato a darsi da fare, soprattutto come animatori.
Tiziana mi ha invitato ad entrare nel coro, mi ha coinvolto in gite e giochi, è stata anima di molte iniziative, basti pensare al gruppo missionario Sikat, che ancora oggi si occupa di adozioni a distanza nelle Filippine, ma anche alla più ludica Stonatissima, ai grest, a tante feste di carnevale. Ve la ricordate col megafono a farci cantare, mentre sfilavamo nel quartiere tutti in maschera?
Una volta le dissi che mi sarebbe piaciuto recitare nella compagnia teatrale del quartiere… detto fatto, dopo pochi giorni mi presentò a Gabusi e gli disse del mio desiderio. Dopo un anno ero sul palcoscenico….
Tiziana era affezionatissima al quartiere di Casazza, ha fatto molto per farlo crescere, ha seminato gioia, solidarietà, voglia di partecipazione. Credo che i suoi frutti siano ancora presenti. Grazie Tiziana!

Lidia

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Corpus Hominis:
Aspettando il festival delle comunità


Si sono concluse le iniziative presentate per la zona Nord e che hanno avuto come tema “narrare la comunità”. In particolar modo abbiamo avuto l’occasione di conoscere la storia del territorio nel quale si è insediato il nostro quartiere (i primo scavi e le prime gru arrivano nel 1966). Un’area questa che inserisce tra due margini definiti da secoli: la via verso la ValTrompia (via Triumplina) all’altezza del crocevia del Conicchio (che conduce a Nave e alla Val Sabbia) e il fiume Mella. Quest’ultimo vero protagonista della nostra storia passata che ha permesso con le sue acque l’insediarsi dell’attività umana. Ha reso possibile un’importante attività agricola sin dal tempo della Brescia romana grazie alla canalizzazione delle sue acque (cioss). Dal medioevo in poi inizieranno a sorgere anche attività manifatturiere grazie all’intervento del vescovo e principe di Brescia, Berardo Maggi, che fece scavare di due importanti canali d’acqua, il fiume Grande e il Fiume Bova. Chi c’era alla biciclettata di sabato 2 maggio ha potuto apprendere tante di queste notizie storiche.
Mercoledì 6 maggio è stata effettuata una visita al Lazzaretto ( ricovero degli appestati e già monastero agostiniano) che oggi fa parte delle strutture dell’oratorio della parrocchia di San Bartolomeo.
Le tracce del passato oggi sono sbiadite eppure sono ancora presenti ed è sufficiente farsi guidare da un esperto come don Angelo Cretti, parroco di S.Bartolomeo per riscoprirle. Grazie a questa memoria storica è stato quindi possibile “vedere” quanto il nostro territorio racconta. A tal fine è stata allestita presso la sala della BCC Agrobresciano in via Triumplina 237 (presso il centro commerciale della stazione metro – Prealpino) una mostra che da una visione sistematica della storia del nostro territorio mediante l’individuazione dei reperti archeologici rinvenuti e dei documenti storici ad oggi pervenuti.

ORARI DI VISITA DELLA MOSTRA:
PATRIMONIO STORICO ARTISTICO DELLA —VICARIA NORD DI BRESCIA

Domenica 17 maggio: ore 20.00 – 22.00
Lunedì 18 maggio: ore 17.00 - 18.30
Martedì e mercoledì: chiuso
Giovedì 21 e venerdì 22 maggio: ore 17.00-18.30
Sabato 23 maggio: ore 15.00-17.00

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Grest 2015 - Tutti a Tavola
Non di solo pane vive l'uomo

Si avvicina l’estate e i nostri ragazzi cominciano a far progetti su come trascorrere le giornate lontani da lezioni e libri di scuola.
Il giusto momento di meritata vacanza, però, porta con sé l’esigenza di non sprecare il proprio tempo e – come tradizione – gli oratori, con il grest, diventano una palestra per allenarsi al gioco di relazione con gli altri, alla condivisione, al servizio.
“Fare il grest” esprime la volontà della Comunità di rivolgere attenzione e cura verso i bambini ed i ragazzi, facendo nascere nei giovani la possibilità di educare i più piccoli a creare relazioni vere d'amicizia e di fiducia.
Come accade da qualche anno, “ODL - Oratori Diocesi Lombarde” ha elaborato un progetto di grest con un tema ben preciso, per una nuova esperienza estiva che possa riempire di gusto le giornate dei nostri oratori.
Per i giovani, la disponibilità e il desiderio di esserci sono i primi passi verso un’esperienza di condivisione a cui sono chiamati per sperimentare un luogo nel quale potersi incontrare.
Nel Grest il dono più bello è il loro impegno e la loro partecipazione, il loro tempo offerto in modo gratuito perché tutti possano mangiare, non solo pane, ma anche buone relazioni.
La metafora del Grest, come tavola imbandita, vuole sottolineare il suo essere occasione propizia per generare comunità nella quale bambini e ragazzi, adolescenti ed adulti, sacerdoti e laici possano vivere insieme una quotidianità capace di aprire sguardi nuovi e lasciare il segno indelebile di una cura ricevuta.
Il “mangiare” sarà il tema che accompagnerà la prossima estate dei nostri oratori.
L’orientamento non nasce a caso ma arriva in relazione all’evento di portata mondiale EXPO 2015 che si concentra proprio sul tema del mangiare con l’evocativo titolo: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”; così come il titolo che la Santa Sede ha dato al suo padiglione: “Non di solo pane”.
Sono proposti quattro obbiettivi (invitare – ringraziare – condividere - gustare) da realizzare attraverso sette ingredienti: un pizzico di filosofia, un assaggio di Bibbia, Caritas quanto basta, un sorso di Expo, una manciata di religioni, un morso di letteratura, un boccone di cinema.
Come ogni anno, quindi, grandi prospettive caratterizzano la proposta degli Oratori Lombardi… Sarà cura dei nostri giovani, dei Don, di quanti si renderanno disponibili, della nostra Comunità far sì che il Grest sia una grande festa, cui tutti possano sentirsi invitati e accolti, non dimenticando il Signore Gesù che ha scelto un banchetto come luogo privilegiato dell’incontro con ciascuno di noi e il pane come nutrimento per la nostra vita.
Buon grest a tutti!

La Redazione

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GSO:IL PUNTO

Per il nostro GSO, al di là dell’allestimento del Palio delle Contrade, l’attività strettamente sportiva nel mese di maggio vede le nostre rappresentative di calcio disputare i tornei primaverili del CSI (denominati Coppa AIDO per gli under 10 e Coppa Leonessa per gli under 14) e tornei oratoriali (tradizionale è l’appuntamento con quello organizzato dalla parrocchia di San Giacomo, in città) che assicurano divertimento e impegno ai nostri atleti, sempre ben supportati da alleducatori e famiglie al seguito.
Anche il tennistavolo propone gli ultimi incontri della stagione del torneo individuale provinciale che vede protagonisti i nostri portacolori. Tuttavia, questo è un periodo più di “semina” che di raccolto, perché si gettano le basi per la prossima stagione agonistica, programmando le squadre per l’anno venturo e allestendo l’attività dei prossimi mesi.
In quest’ottica, è importante sottolineare i primi passi della nuova squadra under 9, per bambini nati nel 2007 – 2008 - 2009, che iniziano a confrontarsi con i pari età della provincia in tornei e partite amichevoli e, pian piano, così come hanno fatto negli scorsi anni i loro compagni ora un po’ più grandi, assaporano il gusto di sentirsi squadra, di affrontare senza timore altre rappresentative!
Su di loro cominciamo a scommettere, non tanto perché possano diventare nuovi fenomeni del calcio, quanto perché possano sperimentare con passione lo sport oratoriale, fatto di sudore, gioia e sereno agonismo all’ombra del campanile.
Il 27 maggio ospiteremo in oratorio la giornata evento “Mettiamoci in gioco”, organizzato dall’Unità 22 degli Spedali Civili di Brescia.