indice degli articoli:
"Carissimi": il messaggio del parroco
Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio
Cresime e Prime Comunioni in parrocchia
Stonatissima 2012
Pellegrini in Terra Santa
Famiglia torna protagonista!
Icona dell'Incoronazione della Madre di Dio
Cristo il Risorto
Come Maria
Lo spirito del Palio
Maggio è un mese amato e giunge gradito per diversi aspetti del nostro
cammino comunitario.
Nel nostro emisfero, la primavera avanza con tante e colorate rifioriture; il
clima è favorevole alle passeggiate, ai momenti di incontro e di svago
e alle feste condivise.
Per la Liturgia, maggio appartiene al Tempo di Pasqua, il tempo dell' "Alleluia",
dello svelarsi del mistero di Cristo nella luce della Risurrezione e della fede
pasquale.
Nella festa dell' "Ascensione del Signore", Gesù ritorna al
Padre, lascia i suoi amici, promettendo lo Spirito Santo e nasce così
la Chiesa.
La nostra gioia si esprimerà anche nella accoglienza del nostro amato
Vescovo Luciano, il quale confermerà nelle fede del Signore (Cresima)
e nell'eucaristia (Prima Comunione) un gruppo di nostri simpatici ragazzi.
Maggio è il mese dell'attesa dello Spirito Santo che scese con potenza
sulla Chiesa nascente a Pentecoste.
Ad entrambi questi contesti, quello "naturale" e quello liturgico,
si intona bene la tradizione della Chiesa di dedicare il mese di maggio alla
Madre di Dio e Madre della Chiesa.
Ella, infatti, è il fiore più bello sbocciato dalla creazione,
la "rosa" apparsa nella pienezza del tempo, quando Dio, mandando il
suo Figlio, ha donato al mondo una nuova primavera. Maria di Nazareth è
al tempo stesso protagonista, umile e discreta, dei primi passi della Comunità
cristiana: "Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera,
insieme ad alcune donne e a Maria, la Madre di Gesù" (Atti 1,14).
Maria, la donna del silenzio e dell'ascolto è il cuore spirituale della
nostra comunità parrocchiale, perché la sua stessa persona in
mezzo a noi è memoria vivente del Signore Gesù e pegno del dono
del suo Spirito e dell'amore tra di noi.
Don GianMario
torna all'indicedi Giulio
Questanno
noi ragazzi del gruppo del catechismo seconda media abbiamo ricevuto
lincarico di preparare la via Crucis del Venerdì Santo
in chiesa.
E stato un impegno che abbiamo svolto con alcune difficoltà: mancavano
alcune nostre compagne del gruppo e, quindi, ce la siamo dovuta cavare noi maschi.
E' stato comunque molto divertente e, soprattutto, occasione di un incontro
diverso.
I nostri catechisti (Anto e Ale "frate") ci hanno proposto unidea
diversa di meditazione sulla passione di Gesù, centrata non sulle tradizionali
stazioni, ma su alcuni momenti/ORE che ci hanno accompagnato nel
percorrere la via dellamore senza confini insieme a Gesù.
Queste ore ci hanno invitato a riflettere sul compimento dellOra
di Gesù: unora che scocca sul quadrante della storia delluomo;
unora che non lascia indifferenti e apre al mistero pasquale di Cristo
crocifisso, morto e risorto. Sono le Ore in cui tanti uomini lo hanno visto
andare incontro alla sua scelta: alcuni lo hanno deriso, altri hanno sofferto
insieme a lui, alcuni lo hanno giudicato, altri lo hanno seguito.
Abbiamo trascorso il pomeriggio di Venerdì Santo a riflettere sulle meditazioni
e a preparare con power point le slide da proiettare in chiesa per
illustrare i singoli momenti.
Dialogo e amicizia: sono questi i valori che abbiamo riscoperto quel venerdì,
in cui abbiamo cenato in oratorio, tutti in compagnia. Il precetto di "magro"
e digiuno ha limitato la scelta dei cibi da portare, ma ognuno ha avuto di che
mangiare: panini, carote, insalate...
L'orario della "via crucis", poi, ci ha messo un po' fretta che però,
sia durante il lavoro sia durante il pasto, non ci ha condizionato. E
stato molto stimolante e direi divertente, così come è stato interessante
costruire lorologio che avrebbe segnato le ore di Gesù:
ma da anni la Anto ci addestra nella formazione di cartelli e oggetti
vari utilizzati nellanimazione di celebrazioni di ogni tipo.
Mi sembra che in chiesa siamo riusciti, collaborando con i nostri genitori,
a dar vita a un momento di riflessione al tempo stesso moderna e tradizionale,
seria e piacevole, coinvolgente ma non teatrale.
A me è rimasta dentro quella frase: da mezzogiorno si fece buio
su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Mi è stato detto
che è la frase più scura di tutta la Bibbia, perché in
quel frangente è concesso alle tenebre di infierire sulla terra e sulla
luce.
Ma quelle ore non hanno la loro fine nella croce: sbocciano nella
gioia delle Resurrezione. Dopo le tre, infatti, il buio cede il posto alla luce,
la terra riacquista i suoi colori e il sole di Pasqua irrompe tra le nuvole.
Mi è stato fatto riflettere che la via della croce non è soltanto
un cammino di sofferenza, ma è un cammino per ciascuno di noi di rivelazione
dellamore di Dio, che si è fatto uomo e sacrificato.
Un amore infinito: che non abbandona mai, perdona sempre, è disposto
a donare la propria vita, vince, un amore donato, gratuito e autentico.
E' proprio nel dono di sé che la nostra esistenza arriva al vero compimento,
è proprio nel donarsi agli altri che c'è la vera gioia.
di Rina
Quattordici ragazzi della nostra Comunità riceveranno il grande dono dei sacramenti della Cresima e dellEucaristia. Sarà grande festa per i ragazzi, per le loro famiglie e anche per tutta la Comunità. Loro si sono preparati, ma cè bisogno che tutti noi siamo loro vicini, con il nostro pensiero, le nostre preghiere e il nostro costante esempio di vera vita cristiana, fatta damore e condivisione.
I ragazzi del gruppo Emmaus che incontreranno lamore di Dio nei sacramenti
della Cresima e dellEucaristia sono:
Martina Albertini
Paola Gasparini
Nicole Gianfredi
Yasmine Jendoubi
Paola Landriani
Maciej Maczkowski
Michela Magri
Mattia Murgia
Camilla Piturro
Camilla Polverini
Maurizio Rauseo
Manuel Roneo
Gloria Varriale Masini
Mario Venezia
La celebrazione è presieduta dal Vescovo di Brescia, S.E. mons. Luciano Monari.
di Carmine
Procedendo lungo il solco della tradizione del nostro oratorio, la sera di
sabato 21 aprile, la nostra Comunità parrocchiale ha incontrato la 26^
edizione di "Stonatissima".
Salone gremito in ogni ordine di posti, bambini protagonisti di splendide performance,
pubblico entusiasta (anche se molto chiacchierone), veri pezzi di bravura e
stonature di pura classe... Insomma, erano presenti tutti gli ingredienti per
uno spettacolo che si è confermato un appuntamento da non perdere per
gli amanti del "bel canto".
Ventisei anni, ma non li dimostra! Grazie soprattutto alla vivacità dei
piccoli artisti, sempre coinvolgenti e commoventi che, anche quest'anno, hanno
affascinato genitori e nonni con le loro canzoncine, esaltate da costumi e coreografie
ben curate.
E' stata una serena serata, che ci ha anche permesso di rivedere il "bravo
presentatore" Andrea, in gran forma e in "dolce attesa" (auguri
alla moglie Paola), che con la consueta sobrietà e stile ha reso piacevole
il susseguirsi delle esibizioni: ci auguriamo di rivedere più spesso
tra noi lui e la sua famiglia, anche se risiedono ormai nella lontana
Flero...
Era palpabile latmosfera di familiarità tra i presenti e tutti
hanno seguito lo spettacolo fino alle premiazioni finali per non perdere neanche
un frammento della serata.
Non è possibile citare tutti i partecipanti, che per impegno, coraggio
e generosità sono da lodare indistintamente, ma merita una citazione
chi ha favorevolmente impressionato la giuria. Perciò, menzione donore
va ai gruppi di bambini che si sono esibiti con le canzoni Bianco con
il giallo (premio simpatia) e Il Contadino (premio costumi),
alle ragazzine Le 4 del 2 (premio intonato), ma soprattutto alla
pluripremiata ditta Luca&Mattia che con la loro Capito!! non
hanno disatteso le aspettative dei fan (primo premio assoluto).
La categoria adulti ha presentato un repertorio buono per tutti i gusti: passando
da un grande classico come Nel blu dipinto di blu, nella indimenticabile
e certamente unica interpretazione di un trio di artisti eclettici
(Victor, Marek e Angelo), a pezzi storici dal gusto retrò,
come Guarda come dondolo o Pippo non lo sa.
Dalla musica anni 70, ai brani contemporanei di Tiziano Ferro, Jovanotti
& Co., senza dimenticare la coinvolgente Serafino o la accattivante
E la mia Strada che don GianMario ha interpretato, circondato da
tanti giovani viandanti.
La parte del leone lha fatta il gruppo Casazzas voices and
firiends, pseudonimo dietro al quale si celava il nostro coro giovanile
parrocchiale che ha letteralmente sbancato, senza tuttavia riuscire ad aggiudicarsi
il titolo più prestigioso.
Tutto è andato per il meglio e di questo dobbiamo ringraziare le tante
persone che hanno impiegato buona parte del loro tempo e delle loro energia
dopo il lavoro per realizzare quanto di buono abbiamo vissuto.
Musicisti, attrezzisti, tecnici luci e audio, decoratrici, giuria, arrangiatori
semplici spettatori
tutti hanno reso possibile un altro gran bel momento
di amicizia. Consentitemi di citare solo un nome a caso (Flavio)
da ringraziare per la pazienza e la disponibilità, oltre che per la bravura
e competenza.
Lappuntamento è per lanno prossimo. Già alcuni stanno
studiando i brani da proporre o le coreografie da realizzare per stupire, divertire,
incantare, deliziare stonare a più non posso
E già
in preparazione la prossima, tradizionale, consueta, unica Stonatissima.
di Marek
Il gruppo di una quarantina di nostra parrocchiani ha felicemente concluso il suo pellegrinaggio in Terra Santa. Linvito di mons. Fuad, patriarca latino di Gerusalemme, rivolto il 5 giugno dellanno scorso durante la messa di Confermazione cristiana e Prima Comunione è stato accolto. Alla sapiente guida del nostro parroco, don Gian Mario, si è rivelata una ricca occasione per i partecipanti di conoscere i molteplici aspetti di questa terra. La conoscenza maturata come studente e come Fidei Donum in missione al Patriarcato di Gerusalemme ha permesso a tutti di avere un quadro sufficientemente completo della realtà nella quale siamo stati letteralmente catapultati.
Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio
(Sal 84, 6)
In quattro ore di aereo si raggiunge Tel Aviv capitale dello stato dIsraele:
lantica Jaffa (Giaffa), uno dei porti sul mediterreano più importanti.
Un balzo dal 45° al 33° parallelo e di un fuso orario.
Per i pellegrini del 2000 è tutto più facile: allaereoporto
attende il pullman che servirà a raggiungere le varie località
del serratissimo itinerario di 7 giorni.
Terra di luce
Così sottolinea don GianMario: una giornata di luce è
laugurio. La forte luminosità del sole investe ogni cosa. La luce
accende i colori di una terra che si presenta fertile e verdeggiante. Aprile
e maggio è il periodo migliore. Poi larsura e la siccità
inizieranno a modificare questo ambiente. Ma la natura e luomo rendono
nonostante tutto questa terra prospera. Labbondante rugiada mattutina
insieme ai sistemi dirrigazione permettono raggiungere un altissimo rendimento
delle coltivazioni. E quello che si vede in Galilea, nella valle di Izrael,
completamente bonificata e resa fertilissima. Le coltivazioni sono allavanguardia,
bacini idrici artificiali, verdi colline di ulivi e eucalipti. Gli agricoltori
che vi lavorano sono prevalentemente organizzati in villaggi autosufficienti
chiamate kibbutz.
Nel cuore della Galilea cè Nazareth ed poco distante il Lago di
Tiberiade: questo è il lago di Gesù, il luogo dei suoi miracoli,
della sua gente, dei suoi apostoli. Nazareth è poco distante da Cafarnao,
la città dei pescatori.
Il quinto vangelo
I luoghi della fede presenti in terra santa sono custoditi dallordine
dei Francescani Minori. Dal Trecento (XV secolo) questa missione aveva lo scopo
di preservare i luoghi della cristianità dagli assalti arabi e turchi.
Le prime chiese edificate e oggetto di pellegrinaggi (come quello di Eteria
nel V sec. di cui ci resta il suo diario) dopo il 600 d.C. furono oggetto di
saccheggi e distruzione.
Moltissime tracce andarono perdute, ma il paziente lavoro di archeologia nel
secolo scorso ha portato alla luce la storicità e la geografia dei Vangeli.
Far parlare le pietre: questo era lintento dei francescani
impegnati negli scavi che hanno permesso, attraverso le vestigia bizantine,
la casa di Maria a Nazareth, quella di Pietro negli scavi di Cafarnao dove è
stata portata pure alla luce lantica sinagoga che frequentava Gesù.
I rinvenimenti archeologici sono così divenuti il quinto vangelo
perché sono autentiche testimonianze delle storicità del Cristo.
La città santa
Le tre religioni monoteistiche si riuniscono a Gerusalemme. Per gli Ebrei è
la città del Tempio dove è presente Dio (di cui rimane solo il
muro cosiddetto del pianto). Per gli islamici è il luogo
dove Maometto è asceso al cielo (nella moschea di Al Aksa). Per i cristiani
i luogo della morte e della resurrezione del Cristo (chiesa del S.Sepolcro).
Una convivenza che risulta difficile, pericolosa e anche subdola per molti versi.
Eppure come suggerisce don Gian Mario se il cristiano tiene il cuore aperto
è in grado di apprezzare e farsi arricchire da questa esperienza. Il
cristianesimo infatti si fonda sulla nuova legge di Gesù, che è
lamore. Per lIslam il fondamento è la Fede, per lEbraismo
la Speranza.
Fate questo in memoria di me
La visita al Cenacolo è singolare. E lunico luogo non religioso!
Non vi è nulla che porti le tracce della sua sacralità. Non si
rintraccia nulla di ciò che poteva essere se non lubicazione al
piano primo di un caseggiato. Eppure qui nasce il dono perenne di Gesù
della sua santa presenza: lEucarestia. Qui nasce il ministero sacerdotale.
Don GianMario conclude: nulla qui è più visibile: la memoria
di questo luogo è lasciata completamente alle mani consacrate dei sacerdoti.
La tappa che più si lega a questa esperienza è Emmaus. E
Gesù stesso che ribadisce ai due apostoli quale il modo per incontrarlo
nuovamente: lo riconobbero allo spezzare del pane.
Figli della Luce
Lesperienza del deserto lascia una traccia indelebile nella memoria dei
pellegrini.
Come prima tappa si visita Qumran. E una località nel deserto di
Giudea dove una comunità di monaci ebraici, chiamati Esseni, si stabilì
per condurre una vita ascetica nella contemplazione delle Scritture. Pare che
via abbia soggiornato pure Giovanni il Battista. Furono trucidati dai soldati
romani, ma i manoscritti della Bibbia che conservarono in anfore di terracotta
si sono salvati sino ai nostri giorni.
Ma limpatto più forte lo si ha con deserto a contatto con i beduini
che si sono fermati con noi. Una meditazione che non ha potuto fare a meno di
confrontarsi con lo stile di vita di questi uomini del deserto che vivono in
questo ambiente assolutamente ostile. Occhi e sorrisi che raccontano quanto
possa essere diverso il desiderio di felicità, che noi occidentali spesso
releghiamo ai soliti luoghi comuni, ma che nonostante le apparenze rivela una
profonda ultima bellezza.
FAMIGLIA, TORNA PROTAGONISTA!
|
Esistono
diverse varianti del tema dellIncoronazione di Maria: incoronata dagli
angeli, incoronata da Dio Padre, incoronata dalla Trinità.
Licona che fa parte del ciclo mariano presente nella nostra chiesa mostra
la Vergine incoronata da Cristo.
Lincoronazione ha un significato sponsale. La liturgia ortodossa del sacramento
del matrimonio prevede, infatti, lincoronazione degli sposi: ogni sposo
riceve una corona, quale simbolo della gloria e della regalità dello
Spirito Santo ma anche del martirio. Il rito ha la funzione di ricordare agli
sposi che ciascuno col matrimonio si pone a servizio della santità dellaltro
con il dono di sé e lofferta continua dellamore.
Se Cristo è Re delluniverso, alla Theotokos (Madre di Dio) spetta
lonore della Regina, chiamata con Lui a riportare lumanità
redenta nel seno del Padre.
Il gesto con cui Gesù incorona Maria esprime il suo consegnarsi a Lei
come Sposo, nello stesso tempo in cui laccoglie in pienezza come Sposa.
Anche essere seduti sulla stessa panca, allo stesso livello, indica la reciprocità
del loro amore e li presenta in veste di coppia nuziale.
Maria Regina è seduta su un largo sedile alla destra di Gesù,
ha la testa reclinata in avanti, per ricevere dal Figlio la corona regale.
Le sue mani sono protese verso il Figlio, in segno di accoglienza del compito
conferitole, in segno di umiltà e in segno di "indicazione"
del Cristo, come nelle icone dette della "Odigitria", in quanto perfettamente
consapevole di essere semplicemente la mediatrice del nostro incontro con Gesù.
L'aureola intorno al capo della Madre indica la santità della sua vita,
vissuta nellascolto della Parola. La tunica blu ricorda la sua divinizzazione,
avvenuta con lIncarnazione di Cristo. Il manto rosso, invece, è
indicativo della sua umanità e del potere regale trasmessole da Gesù,
quale Madre dellumanità.
Gesù, è seduto accanto alla Madre, in atteggiamento di affetto
e di rispetto. Con la mano destra appoggia la corona sul suo capo, mentre con
la sinistra regge un libro, la Parola. Il nimbo intorno al capo di Gesù,
simbolo di santità, reca allinterno segni che ricordano una croce,
richiamo della salvezza recata allumanità tramite la sua passione.
La tunica rossa di Cristo rappresenta lumanità assunta nellIncarnazione,
lamore dato agli uomini con la sua passione e il suo potere regale: Egli
è il Re dei re. Il mantello blu di cui è ricoperto è, invece,
segno della sua divinità: Gesù è veramente uomo e veramente
Dio.
Il suo sguardo non è, però, rivolto verso la Madonna, ma verso
quanti contemplano licona, quasi a rimarcare che la regalità di
Maria è legata al momento in cui il Figlio la costituisce Madre dellumanità,
ai piedi della croce.
Il sedile sul quale siedono Maria e Gesù è una sorta di trono
regale. Lo sgabello su cui poggiano i loro piedi simboleggia la terra dove,
per il sì di Maria, è avvenuta lIncarnazione. Esso è
immerso nel verde, segno della natura e della speranza recata da Cristo allumanità
con la sua morte e resurrezione.
Il centrale arco ogivale, ornato di stelle, che fa da sfondo è limmagine
del cielo, nel quale è avvenuta lIncoronazione, e delleternità,
per la quale Maria sarà sempre nostra Madre; i cerchi concentrici e la
presenza dei cinque angeli intorno simboleggiano le gerarchie celesti che contemplano
e sanciscono l'atto solenne.
di Cesare
«Resta
con noi perché si fa sera
»
Gesù, la tua risurrezione è una realtà
che dà senso alla mia speranza e a tutta la mia vita:
«Se Cristo non fosse risorto sarebbe vana la nostra fede»,
ci ha lasciato scritto S. Paolo.
Tu sei risorto, mio Signore,
ma luomo, il mondo, sprofondano sempre più
in un sepolcro freddo, nel non senso,
nel quale la speranza non ha futuro.
«Resta con noi perché si fa sera
»
Il pensiero dominante oggi è
leconomia, la crisi, il profitto,
completamente staccati dagli ideali interiori.
Gli ideali vanno in una direzione,
la vita reale da unaltra, contrapposta.
Questa crisi sta letteralmente uccidendo molto persone e,
spesso, nellindifferenza generale,
o in una commozione momentanea
che non fa cambiare il cammino.
Gesù, perdonami se te lo dico, ma è purtroppo così:
i debiti, i mutui, le tasse, la disoccupazione
parlano al cuore cupo delluomo, più della tua risurrezione.
A peggiorare la situazione,
quanti Giuda anche oggi ti vendono, Gesù,
per un pugno di soldi e barattano la loro dignità
calpestando i poveri, gli onesti, tutti i bisognosi
travolti dalla disperazione.
Quello che mi colpisce è che oggi abbiamo sotto gli occhi
il mondo dei Partiti che dovrebbe, in questa crisi,
farci aprire il cuore alla speranza
in un possibile cambiamento positivo, immediato,
che invece ci soffoca con abusi, scandali,
sprechi di milioni di euro offendendo i soliti noti:
lavoratori onesti, artigiani onesti,
cassintegrati onesti, pensionati onesti.
«Resta con noi perché si fa sera
»
Quello che mi preoccupa, Gesù Risorto,
è che la mia sensibilità, aggredita dalla paura delloggi,
e ancor più del domani, si va affievolendo.
Il mio cuore sta diventando di pietra
e trovo tutte le scuse
per giustificare la mia chiusura agli altri.
Non mi meraviglia più di tanto la signora che, disperata,
si getta dal balcone perché le hanno decurtato la pensione,
il piccolo industriale che si impicca,
o si brucia in una macchina,
o si spara un colpo al cuore perché,
onesto, non ha più la possibilità di gestire la sua azienda.
Costoro, non hanno forse pensato
in quel momento alla tua risurrezione,
e come potevano pensarci, mio Signore?
«Resta con noi perché si fa sera
»
Tu solo, Gesù Risorto,
puoi rendere il nostro cuore ancora di carne e,
tramite la tua risurrezione, suscitare e far ripartire
la speranza in tutte le persone che lhanno persa.
Tutti questi disperati dovresti incontrare nel giardino
vicino alla tua tomba come hai fatto con Maria di Magdala,
che, preoccupata, ti stava cercando.
La preoccupazione di queste persone
è completamente diversa, ma reale.
«Resta con noi perché si fa sera
»
La parola di cui ha bisogno luomo di oggi,
Signore, è questa,
e ti prego di stamparla anche nel mio cuore:
«Non abbiate paura,
io sono con voi fino alla fine del mondo»!
È la mia viva speranza!
«Resta con noi perché si fa sera »
(Pasqua 2012)
Una notte ho fatto un sogno splendido.
Vidi una strada lunga, una strada che si snodava dalla terra e saliva su nell'aria,
fino a perdersi tra le nuvole, diretta in cielo.
Ma non era una strada comoda, anzi era una strada piena di ostacoli, cosparsa
di chiodi arrugginiti, pietre taglienti e appuntite, pezzi di vetro. La gente
camminava su quella strada a piedi scalzi. I chiodi si conficcavano nella carne,
molti avevano i piedi sanguinanti. Le persone però non desistevano: volevano
arrivare in cielo. Ma ogni passo costava sofferenza e il cammino era lento e
penoso.
Ma poi, nel mio sogno, vidi Gesù che avanzava. Era anche lui a piedi
scalzi. Camminava lentamente, ma in modo risoluto. E neppure una volta si ferì
i piedi. Gesù saliva e saliva. Finalmente giunse al cielo e là
si sedette su un grande trono dorato.
Guardava in giù, verso quelli che si sforzavano di salire. Con lo sguardo
e i gesti li incoraggiava. Subito dopo di lui, avanzava Maria, la sua mamma.
Maria camminava ancora più veloce di Gesù. Sapete perché?
Metteva i suoi piedi nelle impronte lasciate da Gesù.
Così arrivò presto accanto a suo Figlio, che la fece sedere su
una grande poltrona alla sua destra.
Anche Maria si mise ad incoraggiare quelli che stavano salendo e invitava anche
loro a camminare nelle orme lasciate da Gesù, come aveva fatto lei.
Gli uomini più saggi facevano proprio così e procedevano spediti
verso il cielo. Gli altri si lamentavano per le ferite, si fermavano spesso,
qualche volta desistevano del tutto e si accasciavano sul bordo della strada
sopraffatti dalla tristezza.
Una mattina un professore di cardiologia condusse gli alunni al laboratorio
di anatomia umana dell'Università.
Stavano osservando alcuni organi, quando notarono un cuore smisuratamente grande.
Il professore chiese ai ragazzi se sapevano dire a chi fosse appartenuto, intendendo
quale malattia avesse causato la morte di quella persona.
"Io lo so" disse un ragazzo, in tono molto serio. "Era il cuore
di una madre".
di Carmine
ALBO D'ORO DEL PALIO
|
Sono trascorsi più o meno dieci anni dal mio primo Palio. Quella volta
ero solo uno spettatore, ma ricordo ancora le sensazioni che ho provato nel
vedere l'oratorio riempirsi di gente che non avevo mai visto prima. |